Web Design

Your content goes here. Edit or remove this text inline.

Logo Design

Your content goes here. Edit or remove this text inline.

Web Development

Your content goes here. Edit or remove this text inline.

White Labeling

Your content goes here. Edit or remove this text inline.

VIEW ALL SERVICES 

Discussion – 

0

Discussion – 

0

Produzione industriale: Cgil, caduta libera per incapacità di Governo e Ministro Urso

istat

Roma, 10 aprile – “La produzione industriale è ormai in caduta libera: 25 mesi ininterrotti di calo, con una perdita che sfiora su base annua il 5%, fotografano una crisi profonda delle nostre attività manifatturiere, con picchi del 14,1% nella fabbricazione di mezzi di trasporto e del 9,7 in quella dei macchinari, del 12,9% nel tessile, del 12% nel settore coke e prodotti petroliferi raffinati e del 7,5% nella metallurgia. Un vero e proprio disastro del quale sono unici responsabili il Governo e il Ministro Urso, incapaci, dopo ben due anni e mezzo di guida del Paese, di dispiegare una benché minima idea credibile di politica industriale per il Paese”. Così il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo commenta i dati Istat diffusi questa mattina.

“Un’incapacità – prosegue il dirigente sindacale – che è già costata troppo alla manifattura italiana, oltre 40 miliardi di mancati ricavi da gennaio 2024 ad oggi secondo Prometeia – Intesa San Paolo: un dato non lontano dal valore complessivo dell’export verso gli Usa (66 mld di euro) e che sostanzialmente coincide con il surplus commerciale (43 mld di euro). La Presidente Meloni e il Ministro Urso hanno collezionato disastri – ribadisce Gesmundo – mettendo in crisi uno dei tessuti industriali più forti al mondo, desertificando intere filiere produttive e scaricando sulle lavoratrici e sui lavoratori costi e povertà, con un’esplosione senza precedenti degli ammortizzatori sociali nei settori industriali, +47,5% nel 2024 rispetto al 2023, e con la riduzione delle ore complessivamente lavorate, -0,7%. È tempo di trarne le debite conseguenze”.

Per il segretario confederale della Cgil “il Paese ha bisogno ora e subito di una nuova centralità nel governo dei processi industriali e di un’azione politica autorevole che rimetta al centro le vere attività produttive, senza scaricare le proprie responsabilità sull’Europa, sul Green Deal o sui sistemi regionali. Si abbandoni la politica degli spot e la si smetta di riproporre schemi vecchi, desueti e inefficaci, come quello di ulteriori sostegni alle imprese senza condizionalità, misura che avrebbe oltretutto l’aggravante di distrarre risorse dai fondi PNRR, di coesione o da quelli destinati al clima”.

“Non è più il tempo della demagogia e delle bugie. È urgente una cabina di regia, forte e autorevole, nella quale Governo e parti sociali provino a far tornare finalmente a crescere il Paese”, conclude Gesmundo.

Tags:

gianluca

You May Also Like

La guerra commerciale e il ritorno del protezionismo

La guerra commerciale e il ritorno del protezionismo

Necessaria una profonda ridefinizione della strategia economica e industriale dell’UE. In Italia necessario rinnovare tutti i contratti nazionali pubblici e privati, i dazi non possono rappresentare l’ennesimo alibi delle nostre controparti per negare/ritardare i rinnovi. Nota Cgil, a cura dell’Area politiche per lo sviluppo